le correnti di modo comune a cura di Davide IU0OYV

Iniziamo a vedere come funziona l'antenna più semplice da realizzare: un dipolo.
Per dipolo HF si intende un’antenna, solitamente filare e di tipo bilanciato, costituita da due bracci di uguale lunghezza realizzati da filo elettricamente conduttore. Si parla, in tal caso, di dipolo bilanciato alimentato al centro.

Se una antenna e la linea di trasmissione ad essa collegata sono bilanciate elettricamente, nei due bracci scorrono correnti di pari ampiezza e con polarità opposta. Si ottiene il massimo trasferimento di energia dalla linea di trasmissione all’antenna in trasmissione e dall’antenna alla linea in ricezione.
Cosa succede se al posto della linea bilanciata usiamo uno dei nostri cavi coassiali (RG58, RG213 ecc.)?
Nel caso di una antenna bilanciata (dipolo) alimentata con una linea sbilanciata (coassiale), le correnti differenziali I1 e I2 si cancellano tra loro all’interno del cavo. A causa dell’effetto pelle però l’esterno dello schermo diventa un terzo conduttore e nulla si oppone alla trasmissione di I3. Questo provoca anche una via di fuga agevolata verso terra.
Se l’antenna e/o la linea di trasmissione non sono bilanciate questo comporta alterazioni nel lobo di radiazione ma, peggio ancora, provoca ritorni di RF verso la stazione ed il telaio degli apparati, e quindi verso l’operatore, anche pericolosi. Le correnti di modo comune aumentano al crescere della potenza e al diminuire della frequenza. Inoltre aumentano la sensibilità al rumore e ai disturbi in ricezione.
Qui entra in gioco il mio SCATOLICCHO.
Un bel giorno vengo chiamato da un collega che mi diceva che la sua stazione era posseduta e che quando andava in trasmissione succedeva di tutto, rosmetri che si animavano, luci degli strumenti che si accendevano, Il tutto solo quando andava in 40 metri.
A questo punto decido di realizzare questo semplice strumento per analizzare la possibilità di presenza di correnti di modo comune.
Materiale da recuperare:

D1 diodo al germanio
C1 condensatore da 1 nF ceramico a disco
R1 resistore da 47 Ohm 1/4W
P1 potenziometro lineare da 4,7 o 10 K Ohm
microamperometro f.scala 100 micro A
scatoletta in plastica
filo di rame smaltato 1mm o giù di li
due boccole.

Giunti a questo punto prendevo lo scatolicchio e lo inserivamo sul cavo coassiale della radio e l'ago dello strumento segnalava la presenza di correnti di modo comune non solo in 40 ma anche in 20 e 10 metri anche se in quantità minore.
Ora restava solo come cacciare la presenza che infestava la radio.

Seconda parte

Come procedevamo per scacciare lo spiritello maligno della radio? Per la prima parte montavamo un BALUN 1:1 della Diamond modello BU-50A, e già con quello inserito al posto del choke che era composto da 10 spire di cavo su un diametro di 10 Cm avvolte in aria, ottenevamo dei buoni risultati sui 10 e 20 metri C.M.C. Quasi a zero, mentre sui 40 metri misurando sempre con lo scatolicchio rilevavamo sempre delle C.M.C. molto elevate .

A questo punto recuperavamo un TOROIDE FT240-43 e avvolgevamo 5 spire in un verso e altre 5 spire nell'altro (cavo RG58) per avere entrata e uscita opposte, montandolo subito dopo il balun le C.M.C. sparivano, eravamo riusciti a scacciare lo spiritello.

Versione maggiorata del modello BU-55 permette un carico maggiore fino a 1200 Watt PeP, inoltre è adatto per l´utilizzo su frequenze piu´ basse fino a 160 metri

Tipo: Simmetrizzatore 1:1 (trasformatore 1:1 da sbilanciato a bilanciato)

Frequenza: da 1,7 a 40 Mhz

Potenza: 1200 Watt SSB PeP

Connettore: SO-239 (PL)  

Buone prove a tutti!


          Realizzazione gabbia rotore per attacco ad un palo a cura di Davide IU0OYV

volendo realizzare una gabbia per il mio rotore yaesu G 1000 ho cercato in rete trovando diverse soluzioni, quella che più mi ha colpito è la seguente, apportando qualche modifica.

MATERIALE OCCORRENTE:

due lastre in alluminio 25 cm x 25 cm spessore 6 mm

due barre filettate in acciaio inox da 12 mm lunghezza 100 cm

16 bulloni in acciaio inox per le barre

16 rondelle in acciaio inox per le barre

frena filetti forte

una punta a ferro da 12 mm e una da 9 mm

una punta a tazza da 50 mm

otto tappi in plastica (quelli usati per i bulloni auto)

Iniziamo con tracciare le diagonali sulle due lastre di alluminio utilizzando un pennarello indelebile, ora al centro della nostra lastra superiore praticheremo il foro da 50 mm mediante la punta a tazza, usando il piano di foratura fornito con il cuscinetto reggispinta praticheremo i fori da 9 mm per il suo fissaggio, stessa tecnica sarà usata per la parte inferiore , attacco al palo, ora non rimane che praticare i fori da 12 mm  per il fissaggio delle barre filettate( che saranno state tagliate a metà ricavando quattro aste da 50 cm ).

Procediamo mediante l'uso di due chiavi da 19 una a cricchetto e una spaccata al fissaggio dei dadi separati dalle rondelle avendo inserito il frena filetti sulL'ultima parte della filettatura, e mediante un metro regoliamo le due lastre in maniera che siano parallele,

per il fissaggio dei bulloni del cuscinetto e delle aste per palo, ho usato un grasso marino.

i tappi per ruota sono stati inseriti all'estremità delle aste che anno coperto il dado esterno